giovedì 28 maggio 2020

La teoria dei sei gradi di separazione - STEP #19

Un mondo interamente connesso è da sempre spunto per pensieri utopici: l'idea che ognuno di noi sia in qualche modo collegabile a qualunque altro individuo è, al tempo stesso, affascinante e spaventosa. Questa concezione ci offre un nuovo punto di vista per osservare il mondo, ci dà una visione d'insieme e non possiamo fare a meno di pensare che in fondo il mondo non è così grande come pensiamo. A proposito di ciò, ci viene in aiuto la teoria dei sei gradi di separazione, secondo la quale ognuno può essere legato ad un altro attraverso una catena di conoscenze che passa tra cinque individui.
La prima formulazione della teoria non ha in realtà origine scientifica o statistica, ma si ritrova piuttosto in un racconto, intitolato "Catene", scritto nel 1929 dall'autore ungherese Frigyes Karinthy; questo concetto fu ripreso dal sociologo Duncan Watts nel libro "Six degrees: the science of a connected age". 
Questa ipotesi, che afferma che qualsiasi abitante della Terra è connesso con tutti gli altri da un massimo di sei relazioni personali, conclude dicendo che potremmo dunque arrivare a qualsiasi persona del pianeta tramite non più di cinque intermediari.
La teoria si basa sul fatto che il numero di persone conosciute cresce esponenzialmente quando cresce il numero di relazioni della catena: si basa dunque sui numeri.



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